Il boschi raccontati in questo blog mi piace trasmettano tranquillità , qui dev'essere un 'isola in cui fuggire .
Un'isola questa senza pretese fatta di parole semplici come lo sono io , foto principalmente scattate con il cellulare senza grandi tecnologie , storie raccontate o inventate di sana pianta...questo è il bello !

mercoledì 25 marzo 2015

Pier

Questa sera piove forte, la sento che picchia sul vetro del velux sopra la mia testa ,è una melodia bellissima una nenia ,una ninna nanna, aiuta il sonno ma anche la fantasia .
Con questo bellissimo suono mi viene in mente una storia lontana nel tempo , secoli fa quando tutto era diverso , le nostre montagne piene di pascoli a perdita d'occhio  e solo poche foreste ma molto fitte , quasi impenetrabili .
Qui viveva Pier un elfo , era solo da molti anni ormai che quasi ne aveva perso il conto , la sua famiglia ed i suoi amici si erano spostati da quelle montagne perchè si stava avvicinando il popolo degli umani con le loro attività e abitazioni e non essendo più al sicuro in quei luoghi avevano pensato di migrare altrove in cerca di zone più tranquille.
Lui no era rimasto saldo ,come il suo nome ha significato , una pietra nel fitto del bosco , la sua luce unica era la luna che lui riusciva a vedere sbucando nel prato appena gli uomini si ritiravano nelle loro baite .


domenica 22 marzo 2015

Il fumo del camino

Quando passo attraverso il sentiero che attraversa il bosco, ora che nevica e con la nebbia , mi trovo ad un certo punto a percorrerne un tratto che mi costringe a fermarmi .
So di avere dei problemi di testa , forse  mi hanno fatto cadere troppe volte dalla culla i miei genitori o chessò io , ma succede che appena passo di qui .......

Storia di un merlo

Giornata piovosa e grigia oggi ,nel bosco tutto scivola ,la pioggia sul terreno qui dove non c'è più neve ,scivola sulle pietre sui nuovi fiorellini che timidi nascono .


giovedì 19 marzo 2015

Progetti creativi

Facessi l'architetto troverei sicuramente spunto per i miei progetti dalla natura in genere , così come  la passeggiata di ieri mi ha messo in testa ad ogni passo idee creative.
Il passare in questi prati e boschi dopo una copiosa nevicata e seguente pioggerella ha modificato ancora una volta l'aspetto di questa parte di vallata.

lunedì 16 marzo 2015

La fine di Liset

Vi racconto stasera una parte di una storia accaduta nel bosco in cui passo sempre, durante un 'estate di molti anni fa.....


Se riesco a salire  con tutta questa neve, provo a ripassare là dove si dice sia scomparsa Liset forse troverò ancora le traccie del suo passaggio  ,qualche mese fa infatti le ho fotografate ...


La sua storia inizia così:

Quando il sole calava oltre le montagne in estate ...si alzava una lieve brezza ,calda alle volte , fresca altre;correva lungo i prati spostando l’erba ed i fiori , muoveva appena le foglie ed accarezzava solo i rami , quando era quest ‘ ora usciva Liset . Lei apparteneva al piccolo popolo ma era diversa , sia fisicamente che per come pensava  . Non amava particolarmente il sole anzi aspettava sempre che questi calasse per uscire a giocare ,era una bimba elfa ma di questo nobile popolo aveva solo l’altezza , i suoi capelli erano colore del rame e la sua carnagione era bianca come latte, sul suo viso miriadi di efelidi e i suoi occhi erano verdi come le foglie ma quello che la rendeva veramente speciale era la sua mente . Andava dicendo a tutti che lei sapeva capire ogni forma di vita ed in più sapeva dirigere il vento nei suoi giochi lungo la valle, questa cosa aveva creato nella sua famiglia una sorta di vergogna per quella figlia saltata fuori chissà da dove e così differente da tutti loro . Liset era sola, pochi del suo popolo le rivolgevano parola , era esclusa dai giochi degli altri bimbi elfi  e compatita dagli adulti , in questa solitudine però lei ci stava alquanto bene , sempre con un sorriso ironico stampato sul viso Liset correva saltava per boschi e prati ,tra rami e pietre come un piccolo animale, era libera respirava a pieni polmoni l’odore della notte che arrivava a poco a poco . Quella sera la Piccola Liset come al solito saltò fuori dalla sua casa per assaporare nuove avventure , nella sua testolina aveva deciso che voleva correre come mai aveva fatto,  sempre più veloce a perdifiato fin dove fosse riuscita ad arrivare , per poi sdraiarsi braccia larghe a riprendersi. Così di corsa saltò fossati e tronchi nel bosco, scansò rami , calpestò l 'erba dei prati ,su su sempre di più verso la cima . Fermatasi a prender fiato ,con le mani alle ginocchia , posò lo sguardo lungo un murettino a secco sulla sua sinistra ,lo conosceva bene ,ci passava tutti i giorni però adesso qualcosa 'aveva attratta ,forse un movimento rapido e lei aveva guardato in un punto preciso . Al termine del muro un faggio con radici intricate e li un buco grande , scuro ,aveva visto qualcosa entrarci , appena un ombra in un millesimo di secondo . La sua curiosità era troppa per non andare a vedere da vicino  così Liset si avvicinò  si fece piccola ed entrò , si ritrovò la terra addosso ,negli occhi , nei capelli ,in bocca ,iniziò a tossire e smise subito quando sentì l aria fresca invaderle i polmoni . Aprì gli occhi e si accorse di non esser più nel suo mondo ,si accorse di essere in un posto sconosciuto ,mai visto prima i colori stranissimi e l 'odore inconsueto dell'aria. Il colore predominante era il giallo  che diventava quasi bianco e aumentando arancione. Non scorgeva  nulla di famigliare tranne forse gli alberi che erano gialli però  , stagliati su un cielo bianco . Vedeva strano Liset ,pensava alla terra che gli era finita negli occhi dentro il buco da cui era passata ,provò a pulirseli e li si accorse di avere altri occhi , di averli sporgenti , palpebre dure senza ciglia , si guardò le mani erano diventate zampe come di lucertola ,verdi smeraldo , il suo spavento si fece terrore quando si toccò il viso e si guardò il corpo squamoso ,si era trasformata era diventata un piccolo drago ma come era stato possibile , era incredula pensava di sognare e si guardò di nuovo il corpo i piedi e la lunga coda .Non sapendo che fare e presa da una tristezza infinita si accasciò  a terra e iniziò a piangere , ad un certo punto intravvide una manina che si avvicinava al suo muso di drago ,questa le asciugò le lacrime dolcemente  e lei alzando lo sguardo vide per la prima volta Fil .  La creatura che le stava dinnanzi era un elfo come lei , ma aveva una particolarità anomala , i piedi caprini, infatti le sue gambe erano coperte di peluria e terminavano con dei piccoli zoccoletti da capra, era di bel aspetto e di modi gentili ; un bellissimo sorriso fece tranquillizzare un poco la piccola Liset  e la voce del piccolo elfo iniziò a pervadere la sua persona :” Hai fatto  un gesto sconsiderato ,non avresti dovuto entrare qui , ora ne paghi le conseguenze , chissà per quanto tempo rimarrai in queste terre  e sotto quest ‘aspetto . ....



Continua......

domenica 15 marzo 2015

I Cembri dell'Alevè

Qui oggi nevica la primavera tarda ancora ma si sente nell'aria , si sente tra questi pini nell'enorme bosco dell'Alevè (questo nome deriva da èlvou che nella lingua di qui vuol dire pino cembro).


Quasi mille ettari ,questa foresta , la più grande in Italia di pini cembri ed una delle più grandi in Europa nonchè la più antica addirittura citata da Virgilio nell' Eneide.

mercoledì 11 marzo 2015

Passo di lumaca

Oggi sono tornata al bosco , riesco a stare massimo due giorni poi mi manca troppo , da dove lavoro vedo attraverso grandi vetrate ,  lui è li con tutti i suoi bei alberi . Sembra uno scherzo del destino , che io lavori il legno ormai morto e poi  non vedo l'ora  di stare in mezzo agli altri legni vivi che vedo dalla finestra ; ormai è un richiamo sottile li osservo da come si piegano ,chiamano e lo sento nell'aria , nel vento che soffia le loro parole .


Qui sto bene ,è una seconda casa ormai ,mi viene da fermarmi mentre salgo , come per  un saluto ad ogni boschetto famigliare ,mi sembra di fare un torto a non fare così :

domenica 8 marzo 2015

Architetture fiabesche

Quello che trovo entusiasmante nel passeggiare per montagne è proprio la varietà di forme e stili e colori che si possono trovare dietro l'angolo in ogni istante .
Oggi io ho trovato fantasie bellissime che  mi fan pensare a miti e leggende un pò fiabesche .

L'albero mi ricorda Dafne, ninfa bellissima , per sfuggire al Dio Apollo che la voleva per sè ,pregò i genitori  di salvarla e loro ascoltando le sue preghiere la trasformarono  in un albero .......


venerdì 6 marzo 2015

La ragazza sul passo

Una storia di fine inverno quella del Principe Ivano che passava attraverso il valico con tutto il suo esercito , il vento soffiava implacabile e tutti loro erano allo stremo delle forze .


 Arrivati nei pressi di un bosco di larici videro in lontananza una figura nella neve , sembrava li chiamasse a seguirla , man mano che si avvicinarono videro che si trattava di una ragazza magnificamente vestita di bianco .
La ragazza che li guidava proseguiva a piedi nudi e mentre loro affondavano nella neve lei ci volava letteralmente sopra, arrivati al bosco  i soldati trovarono un fuoco acceso con sopra un grande pentolone di rame , pieno di  minestra calda .
Fu la loro salvezza quel pasto caldo e nutriente dopo giorni di digiuno , poterono asciugarsi i vestiti e proseguire lungo il cammino .


Malghe nella neve



Sole in mezzo alla neve  queste malghe mi sembrano posate sopra la panna montata  , il vento che alza le nuvole  tra poco porterà il sereno .
Quassù a queste altezze la neve ci metterà di più a sciogliersi , fino a giugno quando saliranno i pastori con i loro animali e  anche  i turisti che con le automobili , allora tutto si anima  di colori e suoni , ma ora immerso nel  solo sibilo del vento tra i pini , questo luogo è un connubio perfetto tra uomo e natura come forse dovrebbe sempre essere , è questo quello che penso ...amo questo silenzio .


giovedì 5 marzo 2015

Il salice ed il pino




Mentre nevica  il salice inizia a metter su gemme,  da sempre per me rappresentano l'inizio della primavera , mi vengono in mente vicende di molti anni fa quando da bambina andavo a raccogliere questi rami pelosetti per ornare la casa .
Ho sempre pensato che queste piante che riescono a fare queste gemme maschili tutte di peluche avessero un che di magico , come se per un sortilegio l'anima di un salice si fosse fusa con l'anima di una lepre .
Di leggende in tal senso ne ho lette molte ne ricordo in particolare una ambientata nella vallata di Bellino in tempi remoti ; qui un cacciatore andato per cervi e trovato un giovane maschio da uccidere si trovò sprovvisto di cartucce , prese così dei pinoli fuoriusciti dalla pigna  ai suoi piedi e sparò ,mancò il bersaglio ed il cervo scappò nella pineta .

Nebbia : come perdersi nel bosco


 Siamo quasi alla fine di questa stagione e finalmente ho sentito dai ruscelli sgorgare acqua ,la neve si scioglie ed i rami iniziano a far spuntare le prime gemme ; ieri il bosco di betulle si presentava avvolto nella nebbia .

martedì 3 marzo 2015

I soldati del bosco


Tempo fa camminando lungo sentieri che sono stati testimoni di guerre feroci , essendo queste montagne di confine , ci si imbatteva in fortini arroccati  molto in alto , proprio per scorgere da lontano il nemico che si avvicinava. Quando passo in questi luoghi mi salgono immagini alla mente , immagini di fatiche di patimenti e di morte . Vi dicevo che un 'anno in alta Valle Maira  avvicinandoci ad un bunker,io ed il mio compagno siamo stati colti di sorpresa quando in prossimità della feritoia  da dove il cannone sparava , sono usciti quattro stambecchi e sono saltati praticamente sui nostri piedi . Queste grosse capre di montagna vivono molto tempo all'interno di queste gallerie , siamo arrivati a pensare fantasticando che per un sortilegio questi stambecchi non potevano che essere i soldati morti in quei luoghi ,  reincarnatosi siano stati destinati a restare in montagna ma finalmente liberi di giocare e godersi la vita che non hanno avuto per via della guerra. Nelle mie passeggiate penso spesso , attraversando prati e boschi a quello che può essere capitato li nei secoli  . Facendo questa foto qui sopra ho pensato alle penne sui cappelli degli Alpini.Ho pensato a questi alberi magari nati dove sono stati uccisi i soldati . Sono pazza e visionaria ma mi piace molto ragionare così .


domenica 1 marzo 2015

I particolari minuscoli

La lentezza alle volte ci fa guardare con occhi diversi le cose , ci aiuta a soffermarci sui particolari ; in questo caso serve moltissimo andar piano nel fitto del bosco . Ora siamo d'inverno di insetti ben pochi in giro, apparentemente tutto è fermo quasi imbalsamato ma se si ha la costanza d' osservare bene ci si trova in un mondo fantastico popolato da forme e colori quasi dipinti da quanto son belli .



Immagino quando osservo , immagino in piccolo come si formano i cristalli di ghiaccio che si posano sulle foglie sulle pietre , immagino come avvolgano tutto con la loro trama di velluto ed allora fotografo perchè mi rimanga impressa quella sensazione , per ricordarmelo quando la memoria vacillerà.




Storia di Baite e di Bosco

Questa la storia di come venivano costruite queste baite che sono presenze famigliari lungo il cammino . Guardandole da vicino, nei particolari, si vede l'amore  con cui sono state fatte ed anche se con pochi materiali poveri ricavati dal bosco stesso sono ancora su ora ,li a testimoniare ,secondo me ,che tutto si può fare se sono lo si vuole.
La volta a botte , presente in tutte queste baite è degna di essere citata in testi di architettura ; questa gente semplice di montagna era riuscita con un trucchetto a fare delle volte perfette .

In una zona terrosa veniva aggiunta altra terra e fatta una collinetta tondeggiante poi  ai lati della stessa si iniziavano a tirar su i muri ( fatti di pietre del posto e fango ) pian piano si iniziava a posizionare le pietre a lisca di pesce lungo la collinetta e si formava così sopra di essa la volta in questione . I muri proseguivano diritti a formare l'altra stanza sopra la stalla poi il tetto di travi fatto con tronchi presi dal bosco ed infine le Lose :pietre sottili usate come tegole; ora viene il bello perchè pian piano la collinetta di terra veniva svuotata e appariva finalmente la stanza adibita quasi sempre a stalla , la stanza più calda e sempre sotto il livello del terreno.

 Sapienze antiche che sono state tramandate nei secoli , mi ricordano quanto si diceva riguardo la cupola del Brunelleschi a Firenze :"Si dice che un ipotesi primordiale per arrivare a lavorare così in alto senza l'utilizzo di ponteggi e macchinari vari era quella di riempire di terra mischiata però con monete d'oro, così al termine dei lavori ci avrebbero pensato i bambini fiorentini a svuotarla della terra pur di prendere le monete".


Gli alberi rovinati

Passavo tutti i giorni da quel sentiero e vedevo in un punto gli alberi sempre più senza corteccia , ho pensato ai caprioli che con la neve non trovando altro cibo si mangiavano la cosa più fresca al momento...poi ridevo tra me perchè almeno che non avessero le ali fino a lassù a quell'altezza non ci sarebbero mai arrivati . Mica avevo pensato a quel devastatore del Picchio ,sono stata affascinata dalla sua forza e determinazione , per niente disturbato dalla mia presenza ha continuato il suo lavoro staccando grandi pezzi di corteccia....
Nel bosco una macchia rossa stacanovista !